E chi si aspettava Elvis Costello in questo stato di forma nel 2022?
The Boy Named If – trentaduesimo (!) album – è grezzo, energico, è meglio di quanto Costello abbia combinato nel decennio scorso e peccato per la copertina oscena.
È perfetto soprattutto lì dove riesce a richiamare gli esordi senza nostalgia, a ributtarcisi dentro con immutata sfacciataggine e innato gusto per lo storytelling.
Molti i momenti di fortunatissimo rock’n’roll di stampo sixties (Farewell Ok, Mistook Me For A Friend), dove il ritmo va a lambire le vette (comunque inarrivabili) di This Year’s Model (Magnificent Hurt) o semplicemente si perde in una rumba vorticosa (The Death Of Magic Thinking) o – ancora – dà preciso colore all’amarezza (My Most Beautiful Mistake).
Pur se farà felici i fan i lunga data, e sarà utile a chi si potrebbe affacciare solo oggi al catalogo di Costello, The Boy Named If si tiene ben lontano dalla mera rievocazione stilistica: è piuttosto un ribadire che certe cose rimangono sempre attuali.
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